Quando si richiede un mutuo ipotecario per l’acquisto della prima casa la banca applica un tasso di interesse, fisso o variabile. Eurirs ed Euribor sono i due tassi interbancari di riferimento su cui gli istituti di credito si basano per decidere l’ammontare del tasso di interesse da applicare ad uno specifico mutuo.
Questi tassi interbancari variano nel corso del tempo, quindi è importante comprenderne il significato per decidere quale sia il momento migliore per accendere un mutuo a tasso fisso con Eurirs o a tasso variabile con Euribor.
Cosa significa tasso fisso o variabile
L’accensione di un mutuo è un momento molto importante per qualsiasi famiglia. Durante la fase di scelta della proposta migliore è necessario prendere alcune decisioni importanti, una di queste riguarda il tipo di tasso applicato sul mutuo stesso. Tutte le banche in genere offrono proposte che dipendono da una serie di fattori, sta però al cliente preferire il tasso fisso o il tasso variabile.
Nel primo caso il tasso di interesse applicato nel corso degli anni rimane costante, identico a quello deciso il primo giorno; nel secondo caso invece la banca si riserva la possibilità di cambiare periodicamente il tasso, aumentandolo o diminuendolo a seconda dell’andamento del tasso interbancario Euribor e di altri indicatori, quali ad esempio lo spread. Di solito ogni 5 anni il cliente ha la possibilità di rinegoziare i tassi, a volte anche passando dal tasso fisso scelto inizialmente al tasso variabile.
Che tasso è meglio scegliere
Non è possibile dare un’indicazione generale, perché ognuno dovrebbe ragionare con le proprie finanze. Oggi i tassi variabili applicati sui mutui sono molto bassi, ma si deve sempre considerare che se il periodo di ammortamento di un mutuo dura alcuni decenni, le cose possono sempre cambiare negli anni a venire.
Il tasso fisso quindi è più indicato per i mutui di lunga durata, pur essendo leggermente più elevato ci mette al riparo da qualsiasi evento economico si possa abbattere sull’Europa o sul nostro Paese. Conviene però anche fare una considerazione iniziale, che riguarda la durata del periodo di ammortamento. Indipendentemente dal tipo di tasso, basato su Eurirs o su Euribor, la banca tiene conto anche del rischio che il cliente possa non corrispondere tutte le rate dovute; questo rischio aumenta all’aumentare del periodo di risarcimento.
Per questo motivo se si accende un mutuo a 30 anni, nella medesima banca e con lo stesso tipo di tasso, la banca proporrà un valore maggiore rispetto a quello offerto per un mutuo a 10 o 15 anni. Conviene quindi fare due conti per comprendere quale sia la soluzione più interessante.
L’ammortamento
Con il termine ammortamento in finanza si indica il processo con il quale un debitore restituisce al creditore il capitale più gli interessi. Esistono vari modi per calcolare questo tipo di processo, in particolare le banche in Italia utilizzano in genere un ammortamento a rate costanti, con capitale e rate posticipati; ogni rata è costituita da una quota del capitale da restituire e una quota degli interessi, capitalizzati per l’intera durata del mutuo.
Questo porta alla possibilità di surrogare il mutuo ad un altro istituto di credito nel caso in cui si trovino condizioni contrattuali più interessanti, con il ricalcolo degli interessi su un periodo inferiore.