Non arrivano mai in tempo per il suono della prima campanella e in alcune regioni vengono erogati addirittura a due anni di distanza dalla richiesta: lo scandalo dei bonus libri sta attraversando tutta Italia con sole tre regioni, Valle D’Aosta, Trentino e Friuli Venezia Giulia, che fanno eccezione.
Il caso, partito dalla periferia di Napoli, ha velocemente fatto il giro d’Italia. Si è così velocemente scoperto che in realtà la stessa situazione riguarda centinaia di istituti al Nord, al Sud e al Centro Italia. La prima a sollevare la questione è stata “Save the Children”, onlus particolarmente attiva nella difesa dei diritti dei ragazzi che, nella giornata mondiale dell’alfabetizzazione, ha pubblicato un monitoraggio allarmante.
Forti ritardi nell’erogazione di bonus e rimborsi che si protraggono mesi e a volte anche anni, procedure di assegnazione poco flessibili e sussidi che non coprono quasi mai la spesa reale documentata dalle famiglie sono le principali cause per cui, al suono della prima campanella, molti alunni in difficoltà economiche non avranno tutto il materiale didattico, primi tra tutti i libri di testo.
Una discriminazione che contravviene al principio costituzionale del diritto allo studio per tutti, contribuendo ad aggravare le diseguaglianze sociali. Dal monitoraggio emerge un quadro preoccupante in cui, nella quasi totalità delle Regioni, le misure messe in atto sono spesso insufficienti a garantire l’effettivo accesso ai libri di testo.
Un problema diffuso tra le famiglie italiane: basti pensare che, nel 2015, quasi una famiglia con almeno un figlio minore su 10 ha avuto un livello di consumi al di sotto della soglia di povertà assoluta. Dal monitoraggio emergono, nella maggior parte delle regioni, forti ritardi nel trasferimento dei sussidi e una mancata copertura del costo totale dei libri.
Le uniche eccezioni sono rappresentate, come detto, dalla Valle d’Aosta, il Trentino e il Friuli-Venezia Giulia, le sole Regioni che garantiscono il comodato d’uso gratuito a tutti gli studenti frequentanti le scuole dell’obbligo, a prescindere dalla loro condizione economica.
Considerando che i titoli cambiano ogni anno, agli studenti non resta neppure la possibilità di prendere in prestito i libri da amici o fratelli più grandi o di utilizzare quelli della biblioteca. In Italia, insomma, anche la scuola dell’obbligo sembra solo per ricchi. Rassicurazioni, accolte con favore da Save the Children, sono arrivate dal ministro all’Istruzione Valeria Fedeli e dall’intero governo ma all’inizio del nuovo anno scolastico mancano solo sei mesi e in molte regioni i bonus sono in ritardo già di due anni.